Villa Borzino rappresenta un monumento simbolo della città di Busalla. Ubicata nel centro del paese in prossimità della stazione ferroviaria, nel contesto di un imponente parco con struttura boschiva coltivata a castagneto, la villa domina il declivio della collina verso lo Scrivia. Degni di nota sono alcune fabriques che contornano i viali del parco, tra cui un ninfeo, ispirato al modello di Villa Sauli a Genova, e una fonte decorata con maschera originale di satiro in marmo.
Il palazzo di villa è opera dell’architetto Giuseppe Crosa di Vergagni che nel 1919 lo progettò su commissione dell’onorevole Emilio Borzino – eminente personalità pubblica genovese -, secondo il gusto delle ville tardo cinquecentesche di impronta alessiana. Tra il 1927 e il 1936 l’edificio subì una serie di interventi di ampliamento e dal 1972 divenne proprietà del Comune.
Lo stile risulta spurio, conservando dell’antico modello l’impostazione di insieme a pianta centrale, contraddetta però da alcuni dettagli architettonici che ne evidenziano la derivazione eclettica.
La villa, disposta su tre livelli oltre al seminterrato, ha un doppio ingresso lungo l’asse centrale, di cui quello a valle preceduto da una scalinata monumentale in marmo, e altri due ingressi laterali. Il disegno del prospetto frontale si presenta tripartito: un corpo centrale leggermente arretrato, sormontato al primo piano nobile da una loggia, e due massicci corpi laterali con incastonato, sul lato est, un caratteristico torrione che si eleva oltre l’imponente cornicione. Il massiccio basamento in conci di pietra di Finale e la ripartizione dei singoli livelli di elevazione segnati dalle cornici marcapiano, caratterizzano la villa secondo gli stilemi classici del modello rinascimentale di riferimento.
Gli interni sono decorati con eleganti specchiature e ricchi motivi in stucco alle pareti e al soffitto. I pavimenti in graniglia “alla genovese” con motivi geometrici e floreali ricoprono l’intero manufatto, a eccezione dell’ingresso e del vano scala elegantemente decorati con lastre d’ardesia e intarsi marmorei. La presenza poi dei camini in ardesia con rifiniture in ceramica tipo azulejos, dei rivestimenti in piastrelle dipinte a mano nei locali di servizio e degli eleganti infissi in legno, frutto del disegno dell’architetto, contribuiscono all’armonia e al decoro generale della villa.
Lo scalone in marmo, immediatamente a lato del salone centrale di rappresentanza, si distingue per la particolare bellezza dell’ambiente a tutt’altezza, illuminato dalle ampie vetrate, e per la presenza del motivo decorativo della ringhiera in ferro battuto con corrimano in legno, che riprende il profilo mistilineo delle decorazioni parietali e del soffitto.
La sapiente creazione delle viste a cannocchiale, in particolare lungo l’asse del vano scala, con la tipica successione delle stanze offerte al visitatore in un’unica veduta, restituisce un’immagine di grandezza e di fasto secondo l’antica tradizione dei palazzi nobiliari.