L’ottava edizione del Festival dello Spazio 2024 si è svolta nei giorni 27-30 giugno 2024 a Busalla.  È stata un’edizione particolarmente densa di contributi scientifici, di incontri, di dimostrazioni, di esposizioni e di spettacoli, che ha segnato il passaggio a Busalla di due astronauti italiani Paolo Nespoli, ormai una vecchia, cara conoscenza del pubblico busallese e Andrea Patassa, astronauta dell’ultima selezione ESA. 

Questa edizione del Festival dello Spazio ha voluto dare si può considerare conclusiva di un ciclo e pertanto si è voluto dare un’impostazione larga al palinsesto che ha toccato molti e diversi ambiti della conoscenza ove le attività spaziali hanno un ruolo: lo sviluppo economico legato all’innovazione, l’utilizzo dei dati satellitari per migliorare la vita sulla Terra, l’esplorazione del cosmo con i telescopi e con gli astronauti fino alla prospettiva umanistica, filosofica e teologica, cui anche per gli addetti alla scienza è difficile resistere per dare un senso più alto alla ricerca della conoscenza.

La rassegna stampa è un “diluvio” di articoli, notizie, post, ecc.  allegato un link.

Il programma scientifico
  • Le lectio magistralis
    Il Festival dello spazio 2024 ha offerto tre conferenze di altissimo profilo di : Marcello Romano, del Politecnico di Torino, dal tema: “Sistemi Spaziali e sostenibilità globale”; di Roberto Ragazzoni, presidente dell’INAF dal tema “Grandi telescopi da terra e dallo Spazio alla conquista dei nuovi mondi” e di Giuseppe Tanzella-Nitti, della Pontificia Università della Santa Croce di Roma dal tema “L’Universo ha un ‘origine? Cosmologia, Filosofia e Teologia in dialogo”.
  • Il Telerilevamento
    Il Festival ha ospitato Gabriella Costa di ESA per raccontare il programma IRIDE, lo straordinario progetto italiano, realizzato dall’industria italiana con al supervisione dell’ESA, che proietta il nostro paese all’avanguardia nei servizi per la protezione del territorio, per la prevenzione e la mitigazione delle calamità naturali, per l’ausilio alla pianificazione urbana e ai trasporti sostenibili.  La presentazione di Gabriella Costa è stata particolarmente pedagogica, adatta all’uditorio generalista del Festival e ha spianato la strada alla presentazione di Arianna Traviglia dell’Istituto Italiano di Tecnologia che ha rivelato come i dati satellitari facilitano le scoperte archeologiche: l’occhio multispettrale del satellite e la sua vista “sintetica” contribuiscono a scovare caratteristiche del terreno e del primo sottosuolo che possono orientare le ricerche e il ritrovamento di siti di interesse archeologico.
  • Il Cibo spaziale
    Il tema della produzione di cibo nei futuri habitat degli astronauti è stato affrontato nella giornata del 29 giugno; è questo un tema di comprensibile interesse, sfida relativamente nuova, ma necessaria per il gran balzo dell’umanità verso l’insediamento in habitat extraterrestri a cominciare dalla Luna, dove presto i Sapiens torneranno per restare grazie al programma della NASA Artemis, cui pure l’Italia partecipa. Questa nuova filiera dell’agricoltura spaziale sostenibile ha visto succedersi sarà gli interventi di Silvia Massa, ricercatrice dell’Enea, di Giorgio Boscheri ingegnere di Thales e Patrizia Bagnerini, socia fondatrice di Space V; Guido Emiliani, AD di Micoperi Blue Growth e Fabio Magrassi, project manager di STAM hanno parlato invece dell’impego di microalghe in ambito spaziale e delle loro proprietà sorprendenti nel ciclo alimentare anche degli astronauti.
La space economy

Per una panoramica delle prospettive globali e dello spazio italiano abbiamo accolto Mario Cosmo, direttore in ASI dei programmi dedicati alla Ricerca e Remo Proietti di IIT – Space. Al per un inquadramento dell’impegno istituzionale; hanno fatto eco tre successivi pannelli che hanno dato voce alla grande industria – tra cui Giulia Sturiale di Leonardo e Walter Cugno di Thales – alle organizzazioni “confindustriali” delle regioni del Nord più attive in campo spaziale – Fulvia Quagliotti e Angelo Vallerani, presidenti rispettivamente dei distretti aerospaziali piemontese e lombardo, assieme a Giovanni Dal Lago, del Direttivo Rete Regionale Veneto Aerospazio – che hanno dialogato con Remo Pertica, presidente del SIIT genovese.  Alla panoramica dell’engagement delle imprese italiane ha portato un contributo Stefano Carosio, direttore di STAM, società di ingegneria italiana e genovese, cui ESA ha recentemente assegnato il ruolo di Broker Tecnologico per l’Italia con la gestione del Fondo Spark per il trasferimento tecnologico  in stretta collaborazione con ASI.

Umberto Risso, presidente di Confindustria Genova, ha portato con il saluto del mondo industriale genovese, sottolineando l’importanza di rinnovare attraverso l’innovazione l’impegno nella produzione di beni di alto contenuto tecnologico. Si è collegata in visio-conferenza per una breve partecipazione ai lavori anche Ilaria Cavo, deputata ligure al Parlamento.

L’ultimo pannello space economy ha offerto una fotografia di come l’abbinata di incubatori e fondi di investimento possono promuovere la nascita e crescita di nuove startup spaziali ormai dedicate anche alla Lunar economy: erano presenti le startup Evolunar e ORiS-Space, incubate al BIC dell’ESA a Torino, che progettano droni e satelliti per muoversi sul suolo lunare e per distribuire energia elettrica solare in modo wireless sui futuri utenti lunari; c’era anche Space V che ha aggiornato sugli sviluppi della serra spaziale adattiva mostrandone un prototipo funzionante nella sala delle esposizioni.

Le mostre e le dimostrazioni

Nelle sale di esposizione Villa Borzino ospitava un robot umanoide semovente di IIT, un Cobot specializzato nella saldatura di superfici aerospaziali, e il prototipo della serra multipiano adattiva di Space V, appena uscita dal laboratorio di fabbricazione.

Al piano superiore di Villa Borzino è allestita una esposizione permanete delle attrezzature scientifiche del progetto OESEE abbinato alla missione STS 46 dello Shuttle e alla sperimentazione del satellite a filo Tethered di cui fu protagonista Franco Malerba il primo astronauta italiano, nativo di Busalla. L’esposizione mostra in particolare due SQUID (Superconductive Quantum effect, Interference Device) ed un grande magnetometro tridimensionale, che furono usati che furono usate all’Istituto Astrofisico de Canarias da un  Gruppo di scienziati dell’Università di Genova, guidato da Giorgio Tacconi. 

Nella corte della Villa era allestita una postazione di simulazione dell’atterraggio dello Space Shuttle, animata da Fabrizio Bernardini nel nome della BIS (British Interplanetary Society), che ha permesso a decine di ragazzi e ragazze di conseguire un “patentino” di pilota dello Shuttle. 

Nel parco di Villa Borzino è stato allestito un suolo lunare come ambientazione di una narrazione dei metodi di atterraggio sulla Luna; Mario Musmeci e Paolo D’Angelo hanno rievocato con modelli in scala del LEM l’allunaggio storico dell’Apollo 11 e presentato il progetto LUGRE che scenderà sulla Luna per captare segnali di navigazione dal sistema satellitare terrestre Galileo.

  Nello stesso parco Andrea Patassa ha piantato un albero – un osmanto – a ricordo del suo passaggio, così come fanno tutti gli astronauti che visitano il Festival di Busalla, per poi intrattenersi in dialogo con l’uditorio assieme a Paolo Nespoli.

Gli spettacoli

Quest’anno 2024 è statpo un anno “speciale” perché ci sono stati ben due momenti importanti, il venerdì e il sabato sera, nei quali la divulgazione scientifica è diventata spettacolo, grazie a Gabriella Greison, giornalista, conduttrice di programmi di approfondimento scientifico alla RAI, che ha vestito i panni di Leona Woods, la più giovane collaboratrice di Fermi e Oppenheimer al “progetto Manhattan”, e a Lucilla Giagnoni, attrice del Teatro Faraggiana di Novara, che è tornata a Busalla (dopo il successo di Vergine Madre al Festival 2023) con lo spettacolo Big Bang alla chiesa di Sarissola.   Risultando troppo piccola la Biblioteca del Comune per la grande affluenza, la conferenza di Gabriella Greison è andata in scena nella piazza del Comune di Busalla.

Lo spacebook

 

La sessione spacebook, organizzata dal poeta Massimo Morasso, ha portato al Festival due personaggi diversamente importanti nel mondo spazio: Giovanni Caprara, la firma “spaziale” del Corriere della Sera, autore di numerosi libri di riferimento della storia italiana dello spazio e Don Luca Peyron, sacerdote, insegnante, che ammaestra i suoi ragazzi con l’astronomia e che ha raccontato come è nato e maturato il progetto del “satellite di Papa Francesco”.

la trasmissione del testimone allo IAC2024

Alla chiusura del Festival, in vista del prossimo IAC2024 di Milano gli organizzatori AIDAA e Leonardo hanno offerto alcune anticipazione su questo grande evento, che sarà anche una straordinaria vetrina dell’Italia spaziale.  Hanno Partecipato Enrico Zappino dell’esecutivo IAC2024, Marco Brancati di Leonardo quale industria ospite e Alessandro Convertini di CEI Piemonte, quale organizzatore di padiglione fieristico della Regione Piemonte alla conferenza IAC2024 illustrando da diversi angoli visuali l’ampiezza dell’impegno e la dimensione dei numeri che si annunciano “da record” dell’evento.

La partecipazione, i media e la stampa

L’accesso al Festival dello Spazio di Busalla e agli spettacoli che ha organizza nel suo programma era gratuito. Tutte le conferenze e pannelli di discussione sono stati ritrasmesse via webinar.

Si sono misurati centinaia di partecipanti nelle tre giornate 28-30 giugno anche attraverso la conta dei coperti agli aperilunch; il menu comprendeva farinata calda, cotta direttamente sul posto, prosciutto crudo e torte salate a volontà con vino bianco Gavi.

Gli hotel di Busalla erano al completo.

Una conferenza stampa è stata organizzata a Genova dieci giorni prima del Festival, numerosi manifesti sono stati distribuiti e affissi nel genovesato.

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